mercoledì 2 maggio 2012

Il castello: Parte 1

Ecco la prima parte di una storia che sto scrivendo proprio ora.
Prima di lasciarvi alla lettura, voglio puntualizzare; che quello che state per leggere, è tutto materiale scritto di getto.
L'editing, lo farà quando avrò finito di scrivere tutta la storia. Se notate qualcosa che non vi torna, tipo un personaggio a cui cambia il colore dei capelli, o cose simili, vi prego di segnalarmelo con un commento.
Grazie per l'attenzione.

Buona lettura.





La carovana stava procedendo a velocità sostenuta sulla strada sterrata. Era composta da due berline ed una camionetta. A ogni dosso o buca, la camionetta veniva scossa e i passeggeri nel vano carico, venivano sballottati. Nessuno proferiva parola. La maggior parte dei passeggeri, aveva un’aria trasandata, vestiti con abiti malridotti e malamente rattoppati. Vicino alla sponda del vano, si trovavano due persone vestite con uniformi militari. Entrambi imbracciavano dei mitra. Ad ogni sobbalzo della camionetta serravano la presa sulle armi.
«Lele, non preoccuparti. Andrà tutto bene», bisbigliò un uomo al ragazzo che si trovava davanti a lui.
L’uomo, aveva una folta barba castana e dei capelli crespi dello stesso colore. Con i suoi occhi neri osservava il ragazzo che si trovava davanti a lui. Samuele alzò lo sguardo per osservare l’uomo. Dalla sua fronte scendeva del sangue ormai rappreso che stonava con i suoi occhi azzurri.
“Non sopporto quando mi chiama così”, pensò Samuele mentre osservava l’uomo.
«Se lo dici te Pietro…», rispose Samuele.
«State zitti voi due!», li riprese subito uno dei due soldati.
Samuele abbassò subito lo sguardo e tornò ad osservare le corde che gli stringevano i polsi.
“Non vedo l’ora che tutto questo finisca”, pensò Samuele.

La carovana si fermò. Per primi scesero i soldati con le armi in pugno.
«Forza scendete! Sporchi traditori!», iniziarono a gridare dei soldati. I prigionieri cominciarono a scendere dai furgoni. Una volta sceso, Samuele venne spinto da un soldato verso un muricciolo. Il soldato gli intimò di mettersi all’estremità del muretto. Samuele vide che dopo la fine si trovava un sentiero che si inoltrava nel bosco. Il soldato che l’aveva spinto, si mise subito di guardia davanti al sentiero. Samuele spostò lo sguardo sulla carovana, per vedere che quasi tutti i prigionieri erano scesi. Spostò lo sguardo accanto a se, per scoprire che si trovava accanto a Pietro. L’uomo ricambiò lo sguardo e aprì leggermente la bocca per mostrare un sorriso.
“Non capisco, cosa abbia tanto da sorridere”, pensò Samuele.
Pietro abbassò lo sguardo per osservarsi i polsi. Samuele seguì lo sguardo e allora si accorse che l’uomo aveva consumato le corde che lo legavano. I prigionieri erano stati posti quasi tutti lungo il muro. Le voci dei soldati riempivano l’aria.
In quel casino, Pietro bisbiglio a Samuele, « Al mio segnale, corri nel sentiero e non voltarti».

Pietro tornò ad osservare i soldati che sfilavano davanti a lui, quando vide uno che passeggiava tranquillamente davanti a lui. Appena il soldato lo superò, spezzò le corde che aveva consumato e gli estrasse la pistola dalla fondina. Segui subito un boato e il saldato che si trovava a sorvegliare il sentiero, cadde come un sacco di patate.
«Samuele corri!», urlò Pietro.
Che poi tornò ad esplodere altri colpi di pistola sui soldati. Samuele si girò subito verso il sentiero e vi entro ad ampie falcate.  Le orecchie gli fischiavano, mentre si allontanava riusciva a sentire i colpi di pistola sparati da Pietro. Il sentiero, si inoltrava nel bosco e ci passava a malapena una persona. Samuele correva il più veloce possibile, aumentando la falcata delle gambe. Al rumore degli spari di pistola, si erano uniti quelli di alcuni fucili.
“Devo correre il più lontano possibile. È quello che mi ha detto di fare Pietro. Non guardarti alle spalle e corri”, Pensò Samuele mentre si districava nello stretto sentiero.

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